Con un patrimonio familiare di ben 11 miliardi di euro, gli italiani possono vantare una ricchezza che sfida ogni confronto, risultando addirittura 6 volte superiore al debito pubblico. Tale abbondanza, tuttavia, ha suscitato un acceso dibattito politico, dando vita a proposte che vedono l’introduzione di una tassa patrimoniale per mettere in sicurezza i conti pubblici.
L’inarrestabile inflazione sta erodendo la propensione al risparmio degli italiani, con la metà della popolazione che fatica ad accantonare anche una minima somma. Tra coloro che riescono a risparmiare, l’8% del reddito mensile trova la sua destinazione in un forziere personale. Nonostante le sfide economiche, il patrimonio degli italiani si attesta come il più elevato in Europa, con gli immobili che contribuiscono significativamente a questo valore, rappresentando un mercato di circa 6 miliardi di euro.
In questo contesto, l’amatissimo mattone emerge come l’investimento più sicuro.
Tuttavia, sussiste ancora un divario tra i dati registrati a catasto e il reale valore degli immobili, con case di lusso erroneamente categorizzate come popolari, o molti immobili situati in zone popolari ma ancora registrate come “lusso”, pertanto difficilmente commercializzabili in quanto con un valore commerciale di gran lunga inferiore al valore fiscale e conseguentemente gravate da un’anacronistica imposizione fiscale.
Questo scenario affascinante svela un quadro complesso e variegato della gestione del patrimonio in Italia, dove gli immobili sono comunemente percepiti e realmente fungono ancora da caposaldi per la sicurezza finanziaria e il futuro delle famiglie italiane, mantenendo alta e costante l’attenzione di queste verso il settore immobiliare nella ricerca di nuove opportunità.
Fonte: Il Secolo XIX pag 5 16/1/24
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